BATTAGLIA TRA COW-BOYS E MOSCHETTIERI DELL’ FBI

Country Vs. Goverment

I proiettili fischiavano l’altra mattina a Burns, un centinaio di case al confine dell’ Oregon con Idaho e Nevada. Nessuno ha messo il naso in strada. Si sapeva da giorni che sarebbe finita a revolverate. Un cowboy è rimasto steso a terra e i feriti sono sei. Altrettanti gli arrestati dai poliziotti federali. E’ bruciante cronaca americana. Non la sequenza dell’ultimo film western d’un qualche indipendente newyorchese, né una nuova serie di Netflix. E The Oregonian, il giornale della regione, oltre al titolone in prima, ne ha parlato tanto nelle notizie di nera quanto nelle pagine socio-economiche. Ripreso dalla grande stampa, dalla California a Chicago e Washington.

Proteste in OregonL’ episodio è infatti l’ultimo d’un conflitto che ha le sue radici nella fondazione stessa degli Stati Uniti, nel suo spirito anarco-individualista. Riassume tensioni che la crisi dei sub-prime -da sette anni fa ad oggi- ha soltanto acuito, trasformandolo però in un sintomo che suscita un’eco nazionale. Mostra il volto interclassista della caleidoscopica protesta esplosa nella destra politica americana, che il pur sempre più radicalizzato partito repubblicano non riesce a contenere al suo interno. Rugoso, rozzo, la mano alla fondina armata e pronto a far fuoco, tra i ranches della middle-class rurale di Burns. Trasfigurato nel glamour liscio e profumato di beauty-farm, ma non perciò meno violento nel miliardario metropolitano Donald Trump.

Folclore zero. La questione è politico-sociale, parole ambigue e in quanto tali spesso evitate dal comune lessico antropologico-culturale americano. “Il potere segue sempre la proprietà”, avvertiva Harrington. Nell’ Ottocento l’Oregon fu il sentiero dell’ oro, il passaggio verso la California e il mito. Vi transitavano coloni e avventurieri che accorsero solitari o in carovana a ripartirsi le terre dell’Ovest conquistate a Walla-Walla e Sioux dai winchesters a ripetizione delle giacche blu. E’ il mondo portato trionfalmente per decenni sugli schermi da John Houston con il suo attore preferito John Wayne e oggi rivisitato in chiave critica dall’ asciutta narrativa di autori come Cormack Mc Carthy.

Queste pianure steppose sono abitate attualmente da numerosi allevatori di Mucche in Oregonbestiame, imprese in prevalenza a carattere familiare, che raramente hanno accesso al circuito finanziario e non sono in grado di fare gli investimenti necessari per superare gli inconvenienti di un clima non particolarmente favorevole. Vita grama, dunque. Anche per questo qui resta vivo il credo nella proprietà come diritto naturale, tra Bentham e il laizzer faire di Adamo Smith. E lo stato è vissuto come un usurpatore. Autoproclamatisi “Difensori della Costituzione”, i cow-boys ne fanno una lettura fondamentalista, che ammette e rispetta esclusivamente i poteri locali. Riconoscono lo sceriffo, non il presidente degli Stati Uniti.

La legge che istituisce le Riserve Nazionali è per loro solo un altro abuso della Casa Bianca in combutta con il Congresso. Pertanto non hanno mai rispettato quella creata a sud-est dell’ Oregon, la Malheur Wildlife Refuge. E hanno continuato a portarci a pascolare le loro vacche. Anzi,  ogni volta che la siccità ha peggiorato le cose, ci si sono accampati a lungo con il bestiame. Così hanno fatto anche negli ultimi mesi. E agli inviti via via più pressanti delle autorità federali a sloggiare, hanno preparato trincee, estratto le colt 45 e i fucili automatici con mirino telescopico. Eccoli i Citizens for Constitutional Freedom: a Burns, meno di tremila abitanti, all’ apparire dell’ FBI hanno mobilitato oltre trecento uomini armati.

Ammon Bundy

Ammon Bundy

“La costituzione non proibisce né le milizie del popolo né le armi”, ha gridato Ammon Bundy ai federali che lo hanno ammanettato e chiuso in un cellulare blindato, rifiutandosi alla discussione. I cow-boys che lo avevano seguito sono però rimasti a Burns, intendono dare comunque man forte a un altro arrestato, Dwight Hammond, accusato di aver incendiato un terreno federale 10 anni fa. Hanno annunciato che saranno presenti al processo. In fuga dalla storia, i ribelli dell’ Oregon rivendicano un individualismo inesorabilmente schiacciato tra lo strapotere delle corporations transnazionali e la mediazione dello stato con l’ interesse generale. Ma la loro utopia regressiva rivela anche le profonde fessure che lesionano il tessuto della società americana.

 

(Image Credits: CBS news)

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9 commento in “BATTAGLIA TRA COW-BOYS E MOSCHETTIERI DELL’ FBI

  1. Il west americano è un mondo a sè, un tassello sempre più importante degli Stati Uniti. L’ interessantissimo articolo mi ha aiutato a comprendere qualcosa di quella situazione tanto complessa.

  2. Intervento puntuale e veloce, come molti altri. Mi ha fatto respirare quell’ aria da “profondo western” come raramente mi è capitato perfino al cinema, con il miglior cinema del genere. Ma con una cornice molto più densa e di significato.

  3. Lo scontro tra cow-boy e FBI in Oregon è ineccepibile. Effettivamente certe realtà della “più grande democrazia del mondo” presenta aspetti in assoluto inquietanti. Storie come questa rendono chiaro dove comincia lo spazio che uno come Trump sta occupando in queste settimane elettorali. L’ho letto con vero interesse e soddisfazione.

  4. Ho letto con attenzione e interesse l’ indagine sull’ Oregon, un mondo a me del tutto sconosciuto che la tua nota mi ha di colpo avvicinato.

  5. Non è tanto comune leggere osservazioni pertinenti, acute, talvolta scintillanti su fatti lontani e poco noti. Il tuo sguardo sulla cultura occidentale ha un’ ampiezza che spiega la sua intima coerenza. Avverto e apprezzo anche il gusto del giornalista che conosce i luoghi e la gente di cui racconta.

  6. Livio, come dite voi: ottimo e abbondante. Anzi no, avrei voluto un commento più esteso. La questione merita. Ti segnalerò le osservazioni più interessanti dei nostri giornali.

  7. Non conosco l’ Oregon, sono della costa orientale. Ma questa storia di Burns, sebbene non sia comune e dunque neppure esemplare, ha un suo significato che l’ analisi individua correttamente. I nostri giornali ne hanno scritto molto, è vero; ma senza approfondire come sarebbe stato necessario. E’ la complessità americana. Ci sono casi anche più problematici. Se ne dovrebbe discutere di più. Adesso comincia la campagna elettorale. Vedremo.

  8. Bellissimo commento. Ci pensavo in questi giorni. Dopo il mio anno da giovanissimo in Texas ne so qualcosa di individualismo anarco/conservatore. Il governo federale sembra mostrare tuttavia un occhio di riguardo per quei cow-boy bianchi e cristiani. In altre analoghe situazioni -e in altri tempi, tuttavia non cosi lontani da potersi dimenticare-, la risposta dello stato fu ben più contundente.

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