FIDEL E L’ELISIR DI LUNGA VITA

Fidel Castro

Cosa aveva tra i denti Fidel Castro, che non smetteva di masticare davanti alle migliaia di persone che riempivano il palazzo dello Sport all’ Avana? La domanda correva muta ma inequivocabile  in innumerevoli sguardi. Quel movimento delle mascelle in quarta fila (per ragioni di sicurezza il leader cubano non sedeva mai nella prima), calamitava l’ attenzione degli spettatori più dei due boxers che sul ring si scambiavano jab e upper-cut studiati al millimetro. Le selezioni per la formazione della squadra olimpica erano di fatto un campionato nazionale. Quando era a Cuba, Hemingway non aveva mai mancato di assistervi. E neppure Fidel Castro.

Impossibile che fosse chewingum. Nessuno osava attribuire a Fidel una simile eresia. Erano gli anni Ottanta, i simboli avevano ancora la loro importanza. I barbudos conservavano la barba sebbene fossero passati oltre vent’ anni dalla loro trionfale discesa dalla Sierra Maestra. Nessuno di loro si sarebbe mai lasciato sorprendere con in mano una bottiglietta di Coca Cola. Sarebbe stato come farsi riprendere abbracciati a Ronald Reagan e Nelson Rockfeller in una sola fotografia. Masticare chewingum in pubblico con tanta ostentazione avrebbe equivalso a un’ abiura. In tal caso c’era da aspettarsi che domani tirassero via il profilo del Che Guevara dalla piazza della Rivoluzione.

Fidel Castro boxeAnch’ io sedevo sulla tribuna, a non più di quattro o cinque posti di distanza da Fidel.  Avevamo perfino incrociato gli sguardi, un paio di volte, fugacemente. Senza che lui accennasse a un minimo gesto di cordialità, sebbene sapesse che il mio era uno dei posti riservati ai giornalisti stranieri in visita.  E che alla fine della riunione era previsto che andassi a salutarlo per scambiare due parole. Masticare ciò che aveva in bocca sembrava in quel momento il suo massimo interesse. Scattò invece in un applauso immediato nell’ istante stesso in cui un mediomassimo nero stese l’ avversario con un colpo d’ incontro. All’ unisono, forse per un accesso di tosse, sputò in terra un cospicuo boccone verdastro.

Non fu certo il meglio della serata. Ma ho ricordato immediatamente l’episodio leggendo in ben tre giornali, un paio dei quali italiani, che Fidel dovrebbe la vita a una pianta poco meno che miracolosa, la moringa oleifera. Quest’ arbusto di lucide foglie verdi che fiorisce come un gelsomino ha proprietà antiossidanti, anticancro, riattiva funzioni ormonali, è plurivitaminico e multiproteico, elimina le emicranie, stabilizza il metabolismo, etc. etc. In Argentina, a Cuba e altrove l’ hanno ridotto in pillole. Ma le virtù medicinali della moringa oleifera erano note da secoli alle popolazioni autoctone.

Moringa

Moringa Oleifera

Fidel non me lo volle dire. Probabilmente nel sospetto che potessero essergli attribuite chissà quali pratiche magico-esoteriche. “E’ un segreto militare, non sono autorizzato a rivelarlo. . .”, rispose ridacchiando quando gli domandai cosa stesse masticando durante la riunione di pugilato. “Moringa. . .”, mi sussurrò il funzionario incaricato di accompagnarmi. Moringa? “E’ un arbusto che cresce in mezzo mondo, soprattutto nei climi sub-tropicali. Un po’ come le foglie di coca negli altopiani sudamericani”, aggiunse poi. Ecco l’ origine del più recente “elisir di lunga vita”, scoperto dai giornali tra le pampas e i Caraibi. Diverrà moda?

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