IN SALVADOR LA GIUSTIZIA ARRIVA DALLA SPAGNA

Martiri UCA

A volte davvero la lenta spada della giustizia infine colpisce. Lo scorso fine settimana, la polizia nazionale del Salvador ha arrestato 4 militari dei 17 incriminati dalla Procura Generale spagnola per l’eccidio di 6 gesuiti e di 2 assistenti laiche, trucidati il 16 novembre 1989 nella capitale del paese centroamericano. E’ l’ Interpol che controlla le indagini e per conto del giudice Eloy Velazco accompagna anche il processo di estradizione. La polizia continua intanto la ricerca degli altri accusati. Sono tutti alti ufficiali, sottufficiali e soldati ormai a riposo del battaglione “Atlacatl”, un reparto scelto e lugubremente noto dell’ esercito salvadoregno. Tra loro ci sono 5 generali, vari maggiori e colonnelli, mandanti ed esecutori.

Ho conosciuto personalmente alcune delle vittime, la maggior parte delle quali era di nazionalità spagnola (di qui il diritto all’ intervento della Procura di Madrid). Il rettore dell’ Università cattolica (UCA), Ignacio Ellacurìa, era un politologo di notorietà internazionale, aveva anche insegnato negli Stati Uniti, e seguiva dall’ inizio la guerra civile seguita per reazione alla repressione delle forze armate. Era un interlocutore obbligato e frequente per i giornalisti che seguivano il conflitto. E un suo potenziale mediatore, poiché ne faceva valutazioni equilibrate e profonde, di fatto riconosciute se non accettate da entrambe le parti: guerriglia e militari. Proprio per questo suo prestigio i settori più estremisti di quest’ ultimi lo temevano fino a odiarlo.

Tomba dei Martiri UCA
Ellacurìa sapeva e ne era preoccupato, sebbene tentasse di dissimularlo. Lo sapevano anche in Vaticano. Del resto a minacciarlo erano sempre gli uomini del maggiore D’Aubuisson, quelli stessi che quasi un decennio prima avevano ammazzato il vescovo Romero in piena cattedrale e da anni terrorizzavano il paese intero. Quella sera, un commando armatissimo di assassini assaltò con mitragliatori ed esplosivi il recinto universitario. I gesuiti vi lavoravano e abitavano del tutto indifesi. Con Ellacurìa massacrano i gesuiti che lavoravano con lui: il vicerettore. Tutti poco più che quarantenni. Ignacio Barò,  Armando Lopez, Juan Moreno, Joaquin Lopez, Segundo Montez, Elba e Celina RamosUna carneficina che lasciò il piano terra dell’edificio ridotta a un mattatoio. Un orrore che illustrava oltre misura il sadismo dei carnefici, oltre alla loro furia omicida.

Alcuni degli arrestati sono stati presi all’ alba in un compound dell’ Esercito alla periferia residenziale di San Salvador. Il sospetto è che altri vi si nascondano ancora. Il complesso è vigilato come e più di una caserma, ronde tutt’ attorno al perimetro esterno, controlli armati a ciascuno dei due ingressi e uscite. E dentro una rete di ovvie complicità, tra uomini che condividono segreti e interessi comuni, pronti a proteggerli con le armi se necessario. Con il collega cameraman della Rai, Mario Sanga, abbiamo rischiato un tempo di restarci intrappolati nell’ improvvido tentativo di intervistare l’allora temutissimo maggiore D’ Aubuisson che ci aveva tratto  in inganno. Ma almeno sotto quest’ aspetto i tempi sono cambiati. E’ cambiato anche il Salvador. E d’altronde né il procuratore Velazco né l’ Interpol sembrano disporti a cedere.

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