SFRONDIAMO L’ALBERO PER VEDERE IL BOSCO

Grexit

La Grecia non è più aggrappata, bensì solo appesa al ciglio dell’ Unione Europea. E rischia di mollare in qualsiasi momento la presa. Da Bruxelles, da Berlino, da Parigi, gli europei la guardano diritti sul ciglio dell’ abisso e ora che la vedono bene penzolare nel vuoto, avvertono anch’essi un senso di vertigine. In ordine sparso, incollati a telefoni e computer dalle diverse capitali, i pompieri continuano a maneggiare i teloni di salvataggio: il loro riferimento, Mario Draghi, da Francoforte, li incita a star pronti. Ma tutti gli altri restano perplessi, qualcuno persino invoca le fiamme purificatrici dell’ inferno e i teloni non si aprono. Che prima i greci aprano le urne, il referendum dica come la pensano e la smettano di fare i “levantini”! Dicono quelli che non hanno i peli sulla lingua, pelosa è la loro pancia, che gli annebbia anche la vista.

Ma si capisce che neppure i greci, certamente la stragrande maggioranza di loro, sanno bene che fare. Ci si domanda: in sostanza, su quale questione il referendum chiama a esprimersi? Su quali governi hanno truccato per anni i conti e con la complicità di quali banche americane ed europee? No: in quanto il New York Times ha reso noto che la gran parte del debito è stato accumulato dai governi di destra con la consulenza diretta e costante delle banche Goldman Sachs e J.P. Morgan. Che hanno offerto l’ aiuto truffaldino anche al neo-eletto Papandreu, affinchè perpetuasse l’ inganno; ma il leader socialista ha respinto l’ invito, essenzialmente in quanto avrebbe comportato farsi carico del deficit occulto ereditato dai predecessori. Dunque i massimi creditori della Grecia, i grandi banchieri tedeschi e francesi, gli intransigenti di oggi, sapevano fin dall’ altroieri.

"Alexis Tsipras Syriza" by FrangiscoDer - Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

“Alexis Tsipras Syriza” by FrangiscoDer – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

Per comprendere cosa ha finito di sfilacciare l’esile trama del negoziato, serve sfrondare l’ albero che impedisce la visione del bosco. Far chiarezza sul contesto storico e i criteri etici in cui da mesi discutono i vertici dell’Unione e il governo di Atene. Sottrarci, tutti noi non specialisti di finanza bancaria, tanto alle complesse spiegazioni tecniche quanto alle estreme semplificazioni, tipo: hanno fatto baldoria e ora rifiutano di pagare il conto. A fine anni Ottanta, al Terzo Mondo latinoamericano ed africano indebitato fino al collo, americani ed europei offrirono il Piano Brady: in poche parole, un taglio sostanziale del debito. E’ quanto adesso viene negato alla Grecia. In primo luogo dalla Germania, che prima di africani e latinoamericani ha goduto dell’ intelligente generosità dei creditori. Ai tedeschi furono graziati miliardi di dollari.

Certo, la Repubblica Federale Tedesca era allora l’ antemurale del fronte antisovietico e ancora vicino il ricordo degli ammonimenti di John Maynard Keynes sull’ avventatezza del trattato di Versailles che aveva accollato alla Germania sconfitta nella Grande Guerra debiti insostenibili. Hitler ne sarebbe stato la peggiore delle conseguenze. Nel 1989, il piano del ministro del Tesoro americano cadeva in una fase di grande liquidità del sistema economico-finanziario occidentale, consapevole inoltre di aver lucrato enormi profitti da decenni di squilibrio nell’ interscambio materie prime-manifatturati industriali. Oggi la situazione è rovesciata: non c’è più la guerra fredda, l’ occidente vive una crisi fiscale senza precedenti e sta venendo fuori da un decennio in cui ha comprato a caro prezzo e venduto con poco guadagno.

Dirimere tra diverse ragioni è ben più arduo che farlo tra una ragione e un torto. L’oggettività di alcuni dati è ineludibile. E’ bene tenerlo presente per non scivolare in facili manicheismi. Ma i principi sono tali in quanto non perdono vigenza col passare delle stagioni. Nè il tempo fa venir meno le responsabilità di ciascuna delle parti. Pochi si domandano quanta parte del debito è capitale effettivamente sborsato dai creditori e quanta invece accumulata dagli interessi debitori (secondi taluni, quest’ultimi sommerebbero a oltre un terzo del totale). Last but not least: gli interessi bancari non comprendono anche il rischio d’impresa, ovvero quello dell’insolvenza del debitore? Se il rigore richiesto ai greci fosse applicato anche alle banche creditrici, quante ne resterebbero in attivo, quante farebbero la fine di Lehman Brothers?

Condividi:

3 commento in “SFRONDIAMO L’ALBERO PER VEDERE IL BOSCO

  1. Proprio così..
    A proposito della corresponsabilità di chi chiede e chi dà in prestito, viene in mente
    la crisi “subprime” negli Stati Uniti: banche che prestavano centinaia di migliaia
    di dollari a soggetti al limite dell’indigenza, ottenendo, con il
    tasso di interesse, il corrispettivo di un rischio che poi però ricade solo sul debitore (anche moralmente stigmatizzato, come oggi la Grecia), dato che una volta diventata
    evidente l’impossibilità per il debitore di rimborsare il prestito, le banche “devono”
    essere protette dallo Stato. Gli americani lo chiamano “moral hazard”.

  2. Molto interessante. Viene davvero da domandarsi perché il recupero delle risorse, se è ineludibile, non possa essere fatto a spese di chi maggiormente può contribuire. Se è vera la vulgata che ad esempio gli armatori in Grecia non pagano le tasse, forse prima di ridurre gli stipendi o le fila dei dipendenti pubblici si potrebbe organizzarli meglio e recuperare un po’ di risorse dagli armatori.
    In ogni caso trovo se non altro dignitoso l’atteggiamento del governo Greco, che sta tentando una pur disperata reazione alle pretese di quello che a me sembra diventato solo un nuovo “centro di potere”, a livello internazionale, finalizzato a togliere alle persone “normali” qualsiasi possibilità di parola o di intervento sulle politiche economiche e sociali dei Paesi.
    Altro che democrazia….

  3. analisi lucidissima, parole sante
    con una postilla: sbaglio o la lehman brothers (e le sue sette o settecento sorelle) hanno allegramente ripreso a fare (enormi) profitti?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.