L’ONDA DI MAOMETTO – AL TEATRO ARGENTINA

 

“Machiavelli, Vico, Montesquieu, Hume, Sorel, Marx, Disraeli (. . .) e ciò che credettero, proposero o criticarono illuminano intensamente i conflitti politici e sociali che erroneamente credevamo specifici dells nostra epoca.”

Mario Vargas Llosa
(Prefazione a “El Erizo y la zorra”, Isaiah Berlin, Barcellona 1998)

 

 

L’Onda di Maometto.

Un grande successo al TeatroArgentina di Roma.

Un dramma vero che con lungimiranza irrompe nell’attualità dei conflitti in corso sulle frontiere tra Oriente Medio e Occidente, con schegge di terrorismo che arrivano a colpire anche le nostre città.

Cause remote e via d’ uscita.palco_Argentina

I molti volti dell’ Islam, la pietà e la vendetta, la sua cultura di fronte a quella dell’ occidente cristiano e liberale. L’ obbedienza come unica fede nella Bibbia e nel Corano. Il libero arbitrio. La diversa concezione della morte, da Abramo a Nietzsche: Dio è padrone del nostro tempo; “muori al momento giusto”, dice Zarathustra. Il pudore e la giustizia sono essenziali alla vita e allo sviluppo dei popoli.

Una piéce originale scritta da Alberto La Volpe e Livio Zanotti, con la collaborazione della regista Stefania Porrino. La lettura recitativa essenziale ed efficacissima allestita e diretta dal produttore e regista Piero Maccarinelli.

TeatroParole che vengono dal fondo dei secolari contrasti tra due mondi marcati da due diverse culture religiose, ma entrambe monoteiste e capaci di riconoscersi tra loro. Tuttavia opposte nei rispettivi percorsi storici, che divaricano al bivio con la modernità.

Antiche rivalità commerciali, diverse dinamiche sociali interne, condizioni materiali ormai terribilmente squilibrate rispetto ai grandi paesi industrializzati, alimentano dal Maghreb alla Meopotamia società periodicamente in crisi. Quella attuale è particolarmente pericolosa e preoccupa perchè divampa e s’ infiltra nelle contraddizioni della nostra vita quotidiana, delle persone singole e delle nazioni.

 

S U L L A   S C E N A dell’ Argentina

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La Direttrice  del Telegiornale:

Luciana è stata sequestrata. . . Un gruppo terrorista, l’ hanno identificato e stanno cercando la via per riscattarla, una trattativa. . .

Il Sottosegretario ai Servizi Segreti:

Siamo riusciti a parlare con Karim, il tecnico del suono che fungeva anche da interprete per le interviste in urdu. Dice che con ogni probabilità Luciana è stata catturata sulla Litoranea. Quella strada è piena di buche, tutte le auto sono costrette a rallentare. . .

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attrice

Convegno di islamistica al Cairo (Presenti tra gli altri un italiano e un egiziano, entrambi professori di islamistica)

 

 

Hadi Ahmed:

Ti ricordi, ad Edimburgo, la passione con cui discutevamo di cubismo? Senza il  sostegno del nostro maestro Montgomery Watt non avremmo saputo tener testa agli altri. . .

Francesco De Rosa:

La maggior parte dei nostri compagni erano contro le avanguardie artistiche, non capivano. . .

Ahmed:

Non accettavano l’ idea di abbandonare una prospettiva centrale in favore di un caleidoscopio di punti di vista, di rinunciare a una posizione che aveva sostenuto niente meno che il Rinascimento per un modernismo tanto problematico e incerto. . .

De Rosa:

Due mondi in crisi che hanno grandi difficoltà a dialogare. . .

Ahmed:

L’ Islam è la nostra fede e la nostra identità. . .

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Nel rifugio dei sequestratori

Sequestratore 1:

Sei una schifosa spia, non provarti a negarlo. . .

Luciana:

Non sapete niente  di me, dell’ Europa, dell’ Occidente. . .

Sequestratore 1:

Non ci sono innocenti tra gli sfruttatori e i blasfemi. . .

Ahmed:

La storia. . . Hai ragione! E’ dalla storia che nasce la necessità di difendere le proprie origini e quell’ immenso bene che la identità di ciascuno, il suo senso di appartenenza. . .

De Rosa:

. . . ma non vorremo tornare a discutere della battaglia di Lepanto!

Ahmed:

. . . il sole che vediamo sorgere non è nato stamane. . .

De Rosa:

. . . Vuoi che non capisca la sorte di tante famiglie cacciate dalla loro terra. . .

Ahmed:

. . . Tanta violenza ha consegnato i cuori all’ odio. . .

De Rosa:

. . .”Il bene e il male non riceveranno la stessa ricompensa. . .”

Ahmed:

. . . So che il Corano è presente nel tuo pensiero. . . “Ci sono angeli che strappano le anime con la violenza, ma anche angeli che le accompagnano dolcemente. . .”.

De Rosa:

. . .Davvero tu non conosci l’ ansia. . .

Ahmed:

Chi sa dove vuole arrivare misura i suoi passi. . .

Luciana:

Grazie, grazie per aver ottenuto la mia liberazione. . . Sono stata umiliata, il corpo mi duole tutto. . . Ma non sento odio. Ho anche capito meglio alcune cose che avevo intuito viaggiando nei paesi musulmani, entrando nelle moschee, sui camion in cui mi hanno lasciato viaggiare stretta dagli odori fortissimi di queste terre. Tra persone che conoscono la paura, ci convivono, si aggrappano alla speranza per arrivare alla sera. . .

Ahmed:

Visto un cammello, li hai visti tutti; visto un serpente, visti tutti: ma visto un essere umano, hai visto solo quello, senza neppure riuscire a conoscerlo fino in fondo. . .

 

 

(Image Credits: Facciata del Teatro Wikimedia Foundation)

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9 commento in “L’ONDA DI MAOMETTO – AL TEATRO ARGENTINA

  1. Ping : QUANTE SFUMATURE DI SESSO TRA HOLLYWOOD E ALEPPO -

  2. Ho assistito con piacere allo spettacolo L’ Onda di Maometto che mi ha stupito per la sua impostazione. In effetti l’ accoglienza al Teatro Argentina da parte di maschere che indossavano magliette “Je suis Charlie” mi aveva fatto temere che lo spettacolo sarebbe stato decisamente schierato.
    Ho invece davvero accolto con piacere la decisione degli autori di raccontare il punto di vista di alcuni partiti islamici , e non solo di questi. E più in generale il pensiero dell’ Islam.
    Chiaramente per problemi di spazio, molti dei temi interessanti che il testo ha toccato non sono stati sviluppati come avrebbero meritato ma, almeno per me, il valore maggiore dell’ opera risiede proprio nel suo tentativo di far dialogare differenti ideologie (dall’ etica del lavoro giornalistico, alle pratiche di stato, all’ Islam, etc.) nel confronto con il problema estremamente concreto di salvare una vita umana.
    Un dibattito a seguire avrebbe avuto il merito, forse, di favorire un approfondimento delle tematiche più importanti.

  3. Interessante, attuale, piena di spunti per una riflessione approfondita, la vostra piéce. Asciutta e solenne la scena.

  4. La conclusione mi ha sorpreso e commosso. L’ Onda di Maometto potrebbe interessare i nostri figli nelle scuole. In tutte e ancora di più in quelle con ragazzi extracomunitari.

  5. La parte che per me è stata più coinvolgente è quella dei due professori di islamistica. Interessante e opportuna l’ attenzione a culture e situazioni che non fanno parte immediatamente della nostra realtà quotidiana, ma sempre più ci coinvolgono

  6. Ho sentito persuasivo lo svolgimento del dramma, il suo linguaggio ben calibrato. Mi ha emozionato la storia. In molti passaggi i dialoghi risuonano di forte autenticità. Gli attori-lettori tutti mi sono piaciuti, li ho sentiti composti e convinti nel ruolo dei personaggi malgrado la scena spoglia li poteva distrarre.

  7. Una magìa! I fatti succedono, in contemporanea se ne parla, se ne scrive e se ne fa spettacolo!
    Ci siete riusciti in due, non autori teatrali di lungo corso, non addetti alla quotidianità delle tematiche dei conflitti, non in pista sullo scenario quotidiano. Una magìa, ripeto!
    Avete fatto un bellissimo lavoro, efficace, stringente, in sintonia con gli eventi e i discorsi con cui ci stiamo misurando in questi giorni. E’ bello il lavoro che avete fatto, ed è bello capire che tutto quello che avete fatto tutti e due (lavoro giornalistico, letture, riflessioni, incontri), anche quando andava in direzioni diverse da quanto nel vostro testo è centrale, è servito.
    E’ bello constatare che niente di quello che facciamo è inutile, si disperde e svanisce. No: tutto quanto abbiam fatto è qui presente, è quello che siamo noi, è quello che siamo capaci di pensare e di realizzare.
    Sono uscita dal Teatro Argentina veramente contenta.
    Grazie.

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